Tutto è cominciato con una domanda:
"Cosa ti rende felice nel tuo lavoro?"
A farmela è stata la mia azienda, Seesaw, durante i primi momenti della mia collaborazione con loro. Domanda difficile, ma a cui ho risposto prontamente. Quello che mi rende davvero felice, e che mi spinge dall’inizio del mio percorso, è aiutare altre persone ad appassionarsi all’informatica e a progredire in questo campo, facendogli scoprire quanto può essere semplice e stimolante vedere il risultato di qualcosa pensato con la propria testa e creato con le proprie mani.
Questa domanda non è stata affatto casuale, perchè Seesaw avrebbe da lì a poco partecipato ad una serie di conferenze, il RubyDay e il VueDay, all’interno delle quali si sarebbe organizzato un workshop di programmazione: il RailsGirls. Questo workshop è dedicato alle ragazze che vogliono imparare le basi della programmazione attraverso la realizzazione di un piccolo progetto web con Ruby on Rails.
Durante questo evento Seesaw mi ha proposto di fare da coach, seguendo le partecipanti, e di presentare la mia esperienza di sviluppatrice, raccontando il mio percorso.
Ho sempre evitato di partecipare agli eventi rivolti alle donne nel mondo IT, perché, in quanto donna, mi sembravano una forzatura. C’era davvero bisogno di creare un evento dedicato alle ragazze e non rivolto a tutti?
Non è forse la passione per l’informatica una forza sufficiente a spingere una ragazza ad iniziare questo percorso e ad affrontare le difficoltà, nonostante sia un ambiente prevalentemente maschile?
Questa esperienza mi ha insegnato che la risposta a questa domanda è: “Non per tutte”.
Non per tutte è scontato vincere i condizionamenti sociali, superare le difficoltà tecniche o quelle caratteriali come l’introversione e la timidezza.
Ho avuto la fortuna di arrivare a questa conclusione grazie alle partecipanti stesse, alle motivazioni che le avevano spinte a partecipare, alle loro risposte, che facevano trasparire ostacoli a cui erano andate incontro, alle loro esperienze, tutte diverse e interessanti, e alle loro domande, ricche di voglia di sperimentare.
Tutte loro avevano una sana curiosità nei confronti della programmazione, lo si percepiva dai loro occhi e dai loro sorrisi quando realizzavano di essere riuscite a creare qualcosa con le loro mani. Una sensazione che accomuna tutti noi sviluppatori! Ho percepito questa risposta anche interiormente, perché le loro storie mi hanno portato a guardarmi dentro.
Partendo proprio da queste, durante l’evento ho raccontato insieme ad Alessandra (una sviluppatrice di Welaika, un’azienda che collabora con Seesaw) la mia esperienza composta di momenti felici e di difficoltà.
Mi sentivo inadatta a svolgere questo ruolo, perché non sono una persona eccezionale, né sento di avere un messaggio eccezionale da trasmettere e sopratutto provo un fortissimo disagio nel raccontarmi. Ma l’essermi spinta fuori dalla mia zona di confort, raccontando le mie emozioni mi ha restituito tantissimo.
Dopo l’esposizione, infatti, alcune ragazze mi hanno confidato di aver avuto un percorso simile, altre di stare affrontando le stesse difficoltà che ho raccontato, altre ancora mi hanno chiesto dei consigli per continuare il percorso formativo.
Grazie a loro ho capito che basta superare quel senso di inadeguatezza, sforzarsi a combattere quella sensazione di disagio, per aiutare qualcuno a coltivare la propria passione, per dare una piccola spinta alla vita di una persona.
Dobbiamo solo smettere di sentirci continuamente non all’altezza delle aspettative, ma di scendere in campo con quello che si ha, per quello che si è.